Melu l’Urbu

Oggi tutti possediamo cellulari, computer, fotocamere e videocamere digitali, andiamo su Google, Facebook e guardiamo la televisione analogica, satellitare e digitale. Quando da ragazzo, abitavo in paese, pensate che le comunicazioni erano affidate a Melu l’urbu .

Il cognome di questo personaggio, amatissimo dai noi bambini, non l’ho mai saputo. Per tutti era soltanto Melu l’urbu. In realtà, non era completamente cieco, come la ngiuria (username) faceva supporre, ci vedeva di quel tanto per permettergli di suonare u tammuru e di camminare senza inciampare.

Penso, che sapesse a malapena leggere e scrivere, ma era Lui l’addetto stampa e comunicatore ufficiale del Comune. A Melu erano affidati gli spot pubblicitari, ante litteram, che noi chiamavamo: banni.

Le cose più disparate: gli avvisi per le vaccinazioni obbligatorie, l’obbligo per i giovani di presentarsi in caserma per la leva militare, le scadenze delle tasse da pagare e poi:

Scalò, u pisci.
I cavulicciddi a 30 liri u mazzu.

Il rumore del suo tammuru e il suo vocione annunziava anche l’inizio delle feste: a Madonna du Carminu il 16 luglio, a Fera du Castieddu o a Madonna da Catina. Per noi bambini erano momenti di gioia e divertimento. Non aveva importanza cosa banniava, ci piaceva il rumore del suo tammuru suonato con maestrìa e quella voce calda e potente.

Attìa carusu, chi dissi Melu, l’urbu?

Chi ni sacciu ia; pari che i carusi na ma fari a pustedda.*

* Vaccinazione contro il vaiolo.

Per saperne di più su Pitruzzu Ciccarelli da Mussomeli vi invitiamo a consultare la scheda in Bibliografia Mussomelese

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Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 20 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - Nessun Commento -

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