U Caminanti e U Cavalieri Vincenzo Ciccarelli

 

NON MI RIMANE ALTRO…

Non mi rimane altro che quel piccolo pezzo di terra
E quella casa nuova che non volevo;
Non avrei voluto:
Qui la mia anima dolorante
Che desidera rincontrarlo per un solo istante
Con il suo sorriso di padre
Nei confronti delle mie viltà.

Solo se ne sta il poeta
Lontano, in mille pensieri
Che non vedono: né ricordi né immagini
Distratti occhi sul mondo incomprensibile
Eredità di suo padre
Che non beveva dagli inganni del tempo.

Adesso muto
Nelle asperità della vita
Lo guardo negli occhi
E il suo silenzio diviene il mio silenzio
Anello di anime distanti…

Altre parti del mio corpo animato
Sono andate via
Non ricordo nemmeno i nomi ma i loro volti
Brividi della mia anima
Per una vita che continua a scorrere…

Tonino Calà

La forza del poeta sta nelle parole. Ma quali parole?
Le parole non cadono dal cielo, non sono nascoste nel cassetto fra mille appunti, non le puoi trovare leggendo altri poeti. Il poeta è solo, il poeta è disperato, il poeta divide la solitudine con quei pochi che sono disposti a seguirlo. Testardo, come sempre, il poeta rifiuta i doni del padre, dimentico e ingrato del peregrinare di un uomo alla ricerca del benessere che la vita al suo nascere gli ha negato. Ingrato per averlo messo a mondo, ingrato per averne fatto un professore, ingrato per avergli donato e trasmesso l’arte della parola. Il poeta è solo e non vede che una foto, dimentico di tutto. Vorrebbe scambiare i doni e l’eredità pur di sentirlo ancora suonare, cantare, vederlo correre per il mondo sempre indaffarato e sempre pronto a dire una parola buona per il monello che si ribella. Tutto quello che ti ho detto e che non ti ho detto, o papà, rimane fra noi. L’appuntamento è rinviato e i tuoi occhi sorridenti sono tutti per me. Mi hai donato amore, per amore, per amore e io ingrato… ti voglio bene e non mai abbastanza se non mi rimane altro (Piero Ciccarelli).

(foto Giuseppe Incorpora, Palermo)

PAPA’

L’occhio magico, una manopola e la stanza proibita.
Il cipollone nel gilet, dieci lire per la liquirizia.
Feltro, bombetta, il carnevale e baffetti neri e panza.
Acquario del 1884, cavaliere e scieccu d’oru.
Terreni, terreni e terreni. Tasse, tasse, tasse e tasse.
11, 9, e 6 1/2. Orfani di madre vedova.
Ernia stozzata e vestito grigio con candele attorno.
Non so dove sei.
Mi chiedo fino a che punto mi avresti amato?
Mi chiedo cosa sarei diventato assieme a te?
Manu manuzza
Poeta sicuro, ma non per colpa tua.
Sangue di Giudici da mamma porto.
Ti ho cercato nei volti dei professori
Ti ho cercato nei volti dei miei paesani
Hai vissuto 67 anni, io 65, finora…
Dove sei? Fra non molto ti raggiungerò.

Piero Ciccarelli

Questo è quello che rimane dell’eredità del cavaliere Vincenzo Ciccarelli andato via troppo presto.

Per saperne di più su Tonino Calà vi invitiamo a consultare la scheda in Bibliografia Mussomelese

Piero Ciccarelli, Mussomeli, Caltanissetta, Sicilia

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Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

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