Zia Sisina

 

Del Natale affiora, inevitabilmente, ad ogni ricorrenza il ricordo del braciere acceso sotto il tavolo a riscaldare un salone sicuramente grande, ma che ai miei occhi di bambino sembrava immenso.
Non era a casa mia che trascorrevamo le liete serate a giocare a tombola usando le lenticchie per segnare i numeri usciti, e a masticare calia e simenza, alla faccia dell’incipiente mal di pancia.
Nelle notti precedenti il Natale eravamo a casa della zia Isabella, detta Sisina, una cugina di mamma che per me era la zia delle zie: la più bella, la più buona e anche nobile di casato e d’animo. Per giunta pure ricca, il che non guasta mai !
La sua casa, direi il mio castello, aveva qualcosa di magico.
Nel periodo invernale, dalla finestra della cucina il panorama mozzafiato della campagna sottostante innevata rendeva tutto ancora più misterioso e travolgente.
Si raccontava di un uomo seppellito vivo in una buca che usciva la notte del 31 dicembre a maledire i paesani.
E poi quel pianoforte a coda nel salone proibito intoccabile e chiuso a chiave. La zia Sisina non voleva più suonare da quando era rimasta vedova.
Era presente anche una corazza, propabilmente medievale (sembra del 1400) che la leggenda vuole fosse stata indossata dal principe capostipite della famiglia di zia Sisina.
Natale in casa Sisina dunque e una cantilena popolare veniva recitata appositamente dalla cugina Marietta, con qualche difetto di pronunzia, ma simpatica proprio per questo, e sempre pronta sollecitata da noi bambini a recitarla ripetutamente per l’intera serata.
La ricordo ancora e la riporto per la gioia dei bambini che attraverso Internet dovessero avere la ventura di leggerla o per le mamme che potranno raccontare ai loro piccoli come erano i Natale di tanto tempo fa.

Poesia in siciliano di Pietro Ciccarelli

‘Nzerda cu nasci u vinticincu di stu misi?
Mi u nu sai!! E’ un bambiniddu nicu nicu
So pà a pedi e so mà supra nu sceccu
Nuddu ci dava cuntu.
Truvaru na stadda
A paglia e u sciatu di lu vo facivanu caudu
Bambinuzzu
Scinnì ‘nterra e alluminò u Munnu
E i Maggi si ci pusaru ‘ntunnu ‘ntunnu.
Simpri da allura Lilluzzu du Carminu
Adduma u Presepi
U Bambiniddu nascì tannu
E a festa arriva ogni anno.

Poesia tradotta in italiano da Pietro Ciccarelli

Indovina chi nasce il 25 di questo mese?
Mi non lo sai!! E’ un bimbo piccolo piccolo.
Suo padre camminava a piedi, sua madre a cavallo di un asino.
Nessuno gli dava ascolto.
Trovarono una stalla.
La paglia e il fiato del bue faceva calore.
Il Bambinello
scese in Terra e illuminò il Mondo
e i tre Magi gli si sedettero attorno.
Sempre da allora Lilluzzu della parrocchia del Carmine (il sacrestano eterno per volere divino)
accende il Presepe.
Il Bambinello nacque tanto tempo fa
e la festa arriva ogni anno.

Forse la poesia non era realmente così come la ricordo. Può anche darsi, ma che importa! Negli anni dei cine-panettoni, degli spot televisivi dove Babbo Natale è invitato a buttarsi dentro un camino, dove devi mandare messaggini anche agli sconosciuti, comprare la macchina anche senza soldi, e bere ballando una cosa vecchia o un liquore che non si sa bene cosa sia, ricordare la storia di zia Sisina e la poesia di Marietta è lo spot più bello che mi sento di fare a Natale.

Per saperne di più su Pitruzzu Ciccarelli da Mussomeli vi invitiamo a consultare la scheda in Bibliografia Mussomelese

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Scritto da: Ciccarelli_Piero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Pitruzzu ! - Nessun Commento -

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