Llulluzzu (Lulluzzu) e la banda musicale di Mussomeli ai tempi di Alfredo Motolese e Gaspare Mingoia

Prima di inventare i telefonini, quando per cellulare si intendeva l’automezzo blindato per trasportare i carcerati durante i loro trasferimenti, se si sentiva parlare da solo qualcuno per strada, gesticolando, si considerava matto. Oppure stava per diventarlo. Ora, invece… sentir parlare per strada è normale… perchè chiunque parla con i propri interlocutori col viva voce. Il dialogo avviene normalmente con gli altri a qualsiasi distanza. Anche se l’interlocutore si trova in un altro continente o a pochi metri, poco importa. La voce è sempre accompagnata da gesti come se il colloquio fosse fra persone presenti. Al contrario alcuni, muti come pesci, ora si ascoltano la musica con le cuffie, seduti a branco, senza degnarsi di uno sguardo, facendo intuire con i gesti il tipo di musica che stanno ascoltando.

Dire che cos’è la normalità non è cosa facile… comunque io ho fatto, faccio e farò, il tifo per chi si fa i fatti suoi senza disturbare gli altri… per questo ho sempre rispettato Lulluzzu (Llulluzzu), ovvero Calogero Consiglio, bidello del corpo bandistico di Mussomeli. Il nostro beniamino fischiava benissimo, spesso si esibiva con melodie di brani d’opera lirica oppure con delle marce sinfoniche. Quelle bellissime marce che si ascoltavano fermi in piazza con tanta passione !

Non tutti sanno che la banna musicale di Mussumeli (banda musicale di Mussomeli) diretta dal Maestro Alfredo Motolese è stata premiata in vari concorsi bandistici e in diverse altre occasioni (come per esempio a Caltanissetta per le marce funebri durante le cerimonie religiose della Settimana Santa). Il corpo bandistico di Motolese aveva nel proprio repertorio le più difficili opere ed anche il bellissimo canzoniere napoletano. Ogni volta che si esibiva sul palco faceva un’ottima figura.

Allora la banna di Motolese era una delle migliori dell’isola !

Lulluzzu, acchianannu e scinniannu faciva li surbizza a lu capu banna Gaspare Mingoia ca iera anche lannaru (traduzione: salendo e scendendo, fischiando fischiando sbrigava le commissioni affidategli dal capo del corpo musicale, che era anche idraulico latoniere) (Lulluzzu infatti lavorava anche per il capobanda Mingoia).
La cuappila ‘ntesta e corchi cosa ‘nmani si guadagnava la spisa. Mentre certi lazzaroni, invece di cercare lavoro, perdevano tempo girovagando tra le piazze del paese.
E qualche volta cercavano di sfottere Lulluzzu che li zittiva con disprezzo: nun mi rumpiti a mincia…iìti a travagliari, ovvero: non rompetemi il …., andate a lavorare.
La semplicità di un’anima e le varie melodie dei più grandi musicisti mondiali, apprese dalla banda Motolese, facevano sentire felice il nostro Lulluzzu, per quanto è possibile esserlo su questa terra.

Nota dell’autore 
Ho conosciuto Lulluzzu nei primi anni 50 del secolo scorso. Io ero dodicenne primo corno della banna del Maestro Motolese…e il nostro amato Lulluzzu era tuttofare del corpo musicale di Mussomeli. Era attento e premuroso verso tutti noi musicanti. Il capo del Corpo Musicale era Gaspare Mingoia, un eccellente primo clarinetto che suonava senza libretto, cioè: sempre a memoria. L’unico tra noi. Gaspare Mingoia abitava in Via Caracciolo ed era idraulico-latoniere, ma per tutti era u capu banna lannaru.
Lulluzzu, quando faceva le commissioni per Gaspare Mingoia, fischiava sempri li motivi di li marci di la banna.
La sua caratteristica, dopo la cuappila, era il fischio, assieme a nun ci rumpiri la mincia.
Lo ricordo con commozione e affetto… e qualche lacrima !

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Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 marzo 2011 - Categoria: Personaggi mussomelesi, Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

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