La leonessa Addilurata durante l’invasione degli Alleati in Sicilia

Durante l’invasione degli Alleati, nell’ultima guerra mondiale, la fame a Mussomeli era di casa, come e forse più degli altri comuni del Vallone. Gli Alleati, comunemente chiamati Americani, sbarcando nel sud della Sicilia continuarono a salire, da Vaddi e dalla strada mulattiera Sutera-Mussomeli verso nord. I tedeschi, prima nostri amici, poi diventati nostri avversari, si trovarono a passare da questi accessi verso il nord Italia prima degli americani... per raggiungere il resto dell’esercito di Hitler, già in ritirata forzata verso il loro Paese. Durante questo tragitto molti soldati tedeschi persero la vita ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 21 maggio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

U sceccu (asino) mussomelese e u mulinaru (mugnaio) di Mussomeli

Nei primi anni del 1900 sino agli anni ’60 a Mussomeli, cittadina agricola, gli asini per i poveri cristi, avevano un’importanza vitale. Si può affermare che tra gli asini e i poveri padroni c’era un afflatus straordinario. Quasi una convivenza forzata. Si volevano un bene da matti. L’uno non poteva vivere senza l’altro. Se il padrone non aveva l’asino non poteva carriare materiali (trasportare materiali) per i muratori, oppure ortaggi ed altre cose. Così l’asino aveva bisogno di lavorare, se voleva mangiare!  Se non sgobbava, il fieno e le fave secche se li poteva ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 1 maggio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

Llulluzzu (Lulluzzu) e la banda musicale di Mussomeli ai tempi di Alfredo Motolese e Gaspare Mingoia

Prima di inventare i telefonini, quando per cellulare si intendeva l’automezzo blindato per trasportare i carcerati durante i loro trasferimenti, se si sentiva parlare da solo qualcuno per strada, gesticolando, si considerava matto. Oppure stava per diventarlo. Ora, invece... sentir parlare per strada è normale... perchè chiunque parla con i propri interlocutori col viva voce. Il dialogo avviene normalmente con gli altri a qualsiasi distanza. Anche se l’interlocutore si trova in un altro continente o a pochi metri, poco importa. La voce è sempre accompagnata da gesti come se il ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 marzo 2011 - Categoria: Personaggi mussomelesi, Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

U zzì Viciu Paglia

Quando ero bambino, mille anni fa, sentivo parlare spesso di un uomo: lu zzi Viciu Paglia (signor Vincenzo Paglia al secolo Vincenzo Genuardi; cfr. Sorce Cocuzza, Storie e personaggi, 1990, pp. 221-223). Chi era? Cosa ha fatto? Chi è stato?...niente di speciale. Era semplicemente un cristiano praticante (1). Siccome la gente vi si rispecchiava, e il riflesso era a loro sfavore, gli dava fastidio. Come il sale nella minestra, in Chiesa c’era sempre, specialmente nelle occasioni delle Sacre Liturgie. Ha fatto tante cose belle...ha insegnato a pregare a tante persone. Spesso prendeva l’iniziativa di ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

Umane storie di emigranti

  Caluzzu (Calogero) non aveva mai visto una stazione ferroviaria così grande. Quella del paese vicino al suo (Acquaviva Platani - Casteltermini) era una stazioncina con appena un paio di locali tutto fare e una piccola biglietteria. La ricorda in qualche poesia Salvatore Quasimodo perchè vi passò parte della sua infanzia in quanto suo padre era ferroviere. I binari davanti alla stazione erano due. Uno di essi collegava le stazioni limitrofe, l’altro per far sostare qualche vettura o dare la precedenza in quanto tutta la linea Agrigento-Palermo aveva un solo binario. Tutto qui. Si stupì ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

Caterina

  Tanti anni fa, quando l’Italia era in pieno conflitto per la seconda guerra mondiale, e le” truppe alleate” non avevano ancora invaso la Sicilia, in un paese del centro dell’isola, fra tante povere famiglie, ve ne era una più povere delle più povere. Il capo-famiglia era andato a” lavorare” in Africa…la terra promessa… mentre in casa era rimasta Caterina con i loro figli Tanina (Gaetana), Pina, Giovanni e Mario. La fame in quella casa si svegliava prima ancora degli abitanti…il profumo della verdura era sempre per aria e lo annusava anche il ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

Ninuzzu: l’agnieddu di Caluzzieddu

  Per capire di che cosa stiamo parlando è bene precisare come si viveva, nella nostra Mussomeli , a cavallo della seconda guerra mondiale. L’economia della città era di tipo agricolo, senza alcuna industria, a parte la fabbrica di li gazzusi e qualche altra inezia del genere. Faceva eccezione in contrada Annivina il magnifico Pastificio detto della Madonna dei Miracoli, con annesso mulino per macinare il grano. Il pastificio era uno dei migliori della Sicilia: faceva pasta delle migliori qualità tra cui quella extra, che poche famiglie potevano permettersi. La maggior parte di essa ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - 1 Commento -

U Tistu – raccolta di poesie di Piero Ciccarelli

  Per meglio capire cosa sono i ricordi, e che valore hanno, è necessario tornare indietro tanto quanto si è andato avanti dopo l’esser nati. Ogni passo programmato avanti deve esser frutto della coscienza degli ultimi passi fatti. Fatto questo ci si può accingere a fare o a leggere ogni opera, propria o degli altri. U Tistu, di Piero Ciccarelli, è la storia della propria anima, dei propri sentimenti. Ogni pensiero espresso è un’immagine fissa di un determinato periodo, che parte dall’infanzia, passando alla adolescenza, sino ad arrivare nel mezzo del cammin di ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Recensioni mussomelesi - Nessun Commento -

La banda di Salvatore Giuliano

  Non ricordo bene in quale anno, certamente non avevo ancora 11 anni (io sono del ’38), quando percepìi il movimento che c’era nella cartolibreria Amico, sita proprio di fronte al vecchio municipio di Mussomeli. Precisamente dove compravamo libri e quaderni per la scuola. Da don Pippinu Amicu si faceva ressa il giorno che usciva la dispensa (il fascicolo) che raccontava le gesta di Salvatore Giuliano: l’eroe popolare del momento. Un certo maresciallo Longo, si disse, partì da Mussomeli per catturare Giuliano e nel giro di qualche giorno tornò ferito ad un braccio...e ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - 2 Commenti -

La stagnola

  Nell’immediato dopoguerra, dal 48 in poi, Mussomeli era un paese rurale. L’agricoltura era l’unica risorsa. I cittadini erano divisi in tante caste, professioni e mestieri, rappresentati da vari “circoli sociali". Dopo 60 anni qualche strascico rimane ancora. I quartieri non sempre corrispondevano con le parrocchie, che prima di aggiungersi quella del Carmine erano tre: la Madrice, San Giovanni Battista, e Sant’Enrico. In quest’ultima vi abitavano la maggior parte dei contadini (li viddana). Attorno alla chiesa di Santa Maria i pastori. A San Giovanni erano mischiati, ma la maggior parte erano ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -

U Zzì Vicienzu

  Lu Zzì Vicienzu (il signor Vincenzo forse Territo) era uno di quelli all’antica...ed ancora negli anni ’50 (1950-60) portava un cappello tipo fez, (1) ”cuamo chiddu du zzì Peppi Garibaldi”. Pur essendo vecchio andava impettito come se avesse ingoiato un intero manico di scopa. Nemmeno la zappa lo aveva piegato. I suoi figli lo aiutavano nei campi...dovevano ubbidire e basta. La loro masseria rendeva bene ma bisognava lavorare, lavorare e lavorare. Naturalmente era un mortale anche lui...e come tuttti, un giorno, non si sa perchè fu sistemato (cu li piadi a palidda) ...

Scritto da: DiGiuseppe_Calogero - il 27 febbraio 2011 - Categoria: Quannu mi chiamavanu Caluzzieddu ! - Nessun Commento -